Monday, August 09, 2004

Kerry e l'Iraq

All'indirizzo http://www.kerryoniraq.com/ si trova un "documentario" realizzato dal Partito Repubblicano sulle diverse posizioni prese da Kerry a proposito dell'Iraq.
L'uso del termine "documentario" vorrebbe dare l'idea che la "regia" che sta dietro al filmato sia imparziale e animata solo dal desiderio di riprodurre una realtà oggettiva. Si tratta di una classica "strategia oggettivante", ribadita dal fatto che manca una voce fuori campo (il che darebbe l'idea che c'è qualcuno che organizza i fatti e li dispone in modo da dimostrare una certa tesi). La strategia retorica è insomma quella di "far parlare i fatti", presupponendo (e scommettendo che il pubblico sia d'accordo) che i fatti parlino da soli. I quali fatti sono numerose dichiarazioni di Kerry che esprimono posizioni contraddittorie sulla guerra in Iraq.
Un osservatore non di parte nota immediatamente come l'idea di "documentario" sia completamente fasulla se a realizzarlo è un soggetto palesemente schierato (il Partito Repubblicano) e i "fatti" e le dichiarazioni che vengono abilmente montati nel filmato possono essere facilmente interpretate come un collage di frasi prese fuori dal loro contesto, soprattutto per le dichiarazioni che risalgono al 1991, 1997 e 1998.
Eppure, trovo che dalla visione di questo filmato rimanga un'impressione forte. Kerry sembra davvero vestire diversi panni durante la sua carriera politica. Sembra davvero cambiare posizione. Sicuramente questo è uno degli handicap di essere Senatore e correre per la Presidenza (il New York Times analizzava il problema in un articolo di ieri e notava come Kerry non si fa mai chiamare "Senatore Kerry" in campagna elettorale, e Bob Dole nel 1996 si dimise da Senatore durante la campagna presidenziale). I parlamentari, specie negli USA, votano su moltissimi temi e spesso cambiano posizione per ragioni tecniche o tattiche, ma questi voti possono essere strumentalizzati facilmente dagli avversari.
In ogni caso, per Kerry il problema rimane, e a mio avviso è molto serio perché riguarda uno dei due temi chiave della campagna.